La sua arte attinge ai colori e al calore di questa terra, ma le sue opere si avvalgono anche del forte apporto cromatico che ha radici in quella meridionalità che gli deriva dai genitori. I rossi, i gialli, gli azzurri, i verdi sono traccia e sottolineatura di un pensiero che proviene dalla sua anima in forma spontanea, non ci sono incertezze, ma il desiderio forte di voler rimarcare ogni singola
emozione che prova.
In alcuni quadri gli occhi dei soggetti, sono inseriti in due linee parallele, una precisa indicazione e sottolineatura di un punto che l'osservatore non deve assolutamente trascurare, perché è proprio da quel punto, che il soggetto lancia il suo messaggio.
Ogni sentimento viene espresso senza filtri, ma in modo diretto e partecipe, anche la tristezza e la noia, non vengono trascurati. I suoi dipinti sono pagine di un  diario, dove esprimere col disegno e col colore ogni sua pur piccola emozione e partecipazione alla vita.
Raramente le sue opere raffigurano momenti di gioia o di spensieratezza; esistono, ma per loro effimera natura, non vale la pena sottolinearle troppo, proprio per evitare che diminuiscano la loro intensità e durata.
La malinconia no, quella deve essere mantenuta e condivisa, sono gli attimi sospesi che portano l'artista a partecipare nel modo più carnale e passionale: al prima, al durante e al dopo delle cose e assaporarne ogni sfumatura.
Vi è una costante malinconia nello sguardo e nella postura delle figure: sia che partecipino ad un evento religioso che nel lavoro. 
Anche il folle, seppur si atteggi a violento, è molto
semplicemente una persona che nel modo forse sbagliato, chiede di essere compreso ed amato.
Seppure Gianni Capolei soggiorni ed abbia notevole successo artistico in Germania, ha mantenuto il suo temperamento latino, di uomo amante del mare, del sole e desideroso del contatto umano e sociale, caratteristiche univoche alle popolazioni mediterranee.